Rinnovare la patente, dopo una certa età, non è semplice: ecco cos fare tra visite mediche annuali, limiti rigidi e nuove regole.
Sai come funziona il rinnovo della patente? Per i giovani guidatori che hanno la patente B il rinnovo va fatto ogni 10 anni. Ma tutto cambia in base all’età dei patentati. Infatti, superata una certa età, niente più rinnovo automatico, ma controlli a raffica e una burocrazia che non finisce più. Andiamo a vedere nello specifico come funziona.
Le regole del rinnovo della patente
In Italia, le regole cambiano parecchio a seconda dell’età e della patente che hai. Se guidi moto o auto (categorie A e B), vai tranquillo: puoi rinnovarla: ogni 10 anni fino ai 50 anni di età, ogni 5 anni per età compresa tra 50 e 70 anni, ogni 3 anni dopo i 70 anni. Basta passare la visita medica.
Le cose si complicano per chi guida camion o autobus (categorie C e D). Qui entra in scena l’articolo 115 del Codice della Strada, che stabilisce una soglia netta: superati i 68 anni, stop definitivo, niente più rinnovo. Prima dei 68 anni, comunque, non fila tutto liscio. Già dai 65, per chi guida mezzi pesanti, il rinnovo diventa annuale. Ogni anno ti devi sottoporre a una visita medica fatta da medici specifici, autorizzati a mettere nero su bianco che puoi ancora stare alla guida senza mettere essere un pericolo pubblico.
Perché è importante non dimenticare il rinnovo
Il tutto ovviamente, è a spese del patentato. E se per caso la visita non va come sperato? Addio patente e, di conseguenza, addio lavoro per chi magari guida per mestiere. Una realtà che rischia di gettare nello sconforto non pochi conducenti, soprattutto quelli che, pur in là con gli anni, continuano ad aver bisogno di lavorare.
Inoltre è molto importante segnarsi le scadenze. Questo perché basta una dimenticanza, una visita saltata, ed ecco che ci si ritrova a circolare con una patente non valida, con il rischio di beccarsi una multa o, peggio ancora, il sequestro del veicolo. Le forze dell’ordine, poi, su queste cose non scherzano: i controlli sono frequenti. Ecco perché bisogna essere sempre in regola, soprattutto sulla validità della propria patente.
Una questione di sicurezza
La questione, comunque, è più ampia di quanto sembri. Da una parte c’è l’esigenza sacrosanta di tutelare la sicurezza stradale. Dall’altra, si rischia di cadere in un accanimento contro chi, semplicemente, è nato qualche decennio prima. Il risultato? Un dibattito che va avanti da anni senza approdare a soluzioni davvero equilibrate. Alcuni propongono di valutare caso per caso, senza fermarsi al mero dato anagrafico. Ma si sa, nel nostro Paese una riforma semplice è più rara di una giornata senza lamentele in fila alla posta.
Per adesso, chi ha più di 65 anni ed è ancora al volante di un camion o di un pullman, deve armarsi di pazienza e rassegnarsi a tornare ogni anno dal medico. Certo, sarebbe auspicabile un sistema più elastico, che riconosca la differenza tra chi guida ancora in modo perfetto e chi invece fa fatica a distinguere il freno dall’acceleratore. Ma per ora, questa resta una speranza.