Monete rare italiane: la 10 lire con la spiga è tra le più cercate dai collezionisti

Katia Piotrowska

Alcune vecchie 10 lire italiane valgono molto più del loro facciale. Tra tutte, quella con le spighe è tra le più amate dai collezionisti

Fino agli anni ’90, le monete da 10 lire finivano nei cassetti o dentro ai salvadanai, con la stessa leggerezza con cui oggi si dimenticano i 2 centesimi nel portaoggetti dell’auto. Nessuno ci dava troppo peso. Eppure oggi, alcune di quelle monetine sono ricercatissime perché ci sono pezzi che, se ben conservati, valgono quanto una piccola vacanza.

Le 10 lire più ricercate

Tra le varie monete da 10 lire coniate nel tempo, quella con la spiga è una delle più ricercate dai collezionisti. O meglio quella con le spighe. Su un lato ci sono due spighe di grano, belle dritte una accanto all’altra. Dall’altra parte, un aratro. Un’immagine semplice, che racconta bene l’Italia di quegli anni: campi, fatica, mani sporche di terra. Questa moneta è nata nel 1951 e ci ha fatto compagnia fino alla fine della lira, nel 2001. Ma attenzione: non tutte valgono qualcosa.

La gran parte di queste monete, in realtà, ha un valore simbolico. Un po’ come i gettoni del telefono: belli da vedere, magari carichi di ricordi, ma senza grande mercato. Fanno eccezione alcune annate, in particolare il 1954 e il 1991. La moneta del ’54, se tenuta bene può toccare i 90 euro. Quella del 1991, invece, è diventata famosa per un errore: l’aratro è capovolto. Non si sa bene come sia successo ma quel piccolo difetto ha trasformato una moneta comune in un pezzo da collezione, valutato fino a 60 euro.

Le 10 lire Olivo

Poi ci sono le cosiddette “10 lire olivo”, coniate tra il 1946 e il 1950. Una faccia mostra un ramoscello d’ulivo, l’altra un cavallo alato. Il punto è che le versioni del ’46 e del ’47 sono rarissime. Quella del ’46 venne emessa in 101.000 esemplari: oggi può valere intorno ai 1.400 euro se in ottimo stato. Quella del ’47, addirittura, si ferma a 12.000 pezzi: se si trova in condizioni degne di nota, può sfiorare i 4.000 euro. Ovviamente serve che sia ben tenuta, magari “fior di conio”.

Non c’è da aspettarsi cifre da capogiro per ogni moneta che si trova in casa. Il valore dipende dalla tiratura, dallo stato di conservazione, e da eventuali anomalie. Le monete sporche, rovinate o usurate hanno valore quasi sempre superfluo. Però una controllatina, prima di regalarle al nipote per giocare al supermercato, val la pena darla.

Dove trovare queste monete?

Molti si chiedono dove si vendano queste monete. Esistono negozi specializzati, mercatini, siti online e anche piattaforme più “caserecce” dove chiunque può improvvisarsi numismatico per un giorno. Ma è sempre bene fare attenzione: non mancano i furbetti che vendono monete comuni a prezzi spropositati, apostrofandole come “introvabili” o “da collezione”. Serve un minimo di criterio, magari anche un parere da chi se ne intende.

In sintesi: se in un vecchio barattolo salta fuori una 10 lire con la spiga o, meglio ancora, una con un cavallo alato e datata 1947, meglio analizzare con cura la moneta. Potrebbe non essere solo un ricordo degli anni andati, ma qualcosa di un po’ meno effimero. Magari non ci si compra chissà cosa. Sicuramente non un’auto nuova, ma non è mai male trovarsi con un po’ di soldi in più in tasca.

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