L’albero di giada non ama troppa acqua. Ecco ogni quanto innaffiarlo e dove sistemarlo per vederlo crescere sano e forte
L’albero di giada è quella piantina dalle foglie carnose, luminose e verdi che campeggia su tanti davanzali che non è solo decorativa. È resistente, dignitosa e, se trattata nel modo giusto, può avere una vita molto lunga ed essere rigogliosa. Ma il problema da risolvere, per molti, è sempre lo stesso: quanta acqua vuole? E dove metterlo per non far morire questa pianta in pochi mesi?
Come dargli l’acqua nel modo giusto
La Crassula ovata, questo il suo nome scientifico, non ha certo sete come un ficus o altri vegetali. È una succulenta, quindi ha la capacità di trattenere l’umidità nelle foglie. L’errore classico, infatti, è inzupparla come fosse un basilico: questo le può fare davvero male.
In primavera e in estate, quando la pianta si impegna a creare nuove foglie, si può innaffiare ogni 7-10 giorni. Ma sempre con criterio: si infila un dito nel terriccio e se i primi 2-3 cm sono asciutti, allora via si può innaffiare. Se invece è ancora umido, meglio rimandare. Le radici marciscono con una facilità disarmante, e l’effetto è una pianta appassita e con un cattivo odore. In inverno, invece, l’albero di giada entra in modalità letargo, dorme. E visto che cresce poco e non ha bisogno di grandi attenzioni. Lì bastano due innaffiature al mese, forse anche meno. È il momento di trattenersi, di lasciarla in pace.
Il vaso è molto importante
Una nota di merito va anche al contenitore. Il vaso in plastica è pratico, ma trattiene umidità come una spugna. Se puoi, scegli la terracotta: fa respirare meglio il terreno e asciuga prima. Anche il terriccio conta, ed è meglio sceglierne uno per piante grasse, ben drenante. Se ci metti terra del giardino o un composto troppo ricco, finisci per creare un ambiente umido dove le radici annegano e marciscono.
Infine, fai attenzione alle foglie. Quando sono piene, tonde e verdi, va tutto bene. Se iniziano a ingiallire o diventano molli, c’è acqua di troppo. Se invece si accartocciano o cadono come foglie d’autunno, forse è stata dimenticata troppo a lungo. Ad esempio, fai attenzione a non lasciarla in terrazza ad agosto con l’idea che sia una pianta forte ed indipendente. Dopo tre settimane potresti trovare una pianta secca ed irrecuperabile.
Dove posizionare la pianta
La luce è fondamentale. Non serve la luce mistica del tramonto né quella aggressiva del mezzogiorno d’agosto, ma un punto luminoso, anche dietro una finestra, è perfetto. L’importante è che ci sia sole diretto ma soltanto per qualche ora al giorno. Se la metti in ombra fissa, crescerà male, pallida, con foglie molli. Dentro casa va bene, purché non sia vicino a fonti di calore o correnti d’aria. Fuori si può sistemare in primavera-estate, ma occhio alle piogge improvvise o al vento da tramontana che la può rovesciare e rovinare.
Alla fine, l’albero di giada è una pianta che chiede poco e dà molto. Ma va rispettata per quello che è: non una pianta qualunque, ma un essere vivente che vive di luce, poca acqua e spazio per respirare. Tutto sta nel prestarle attenzione. Innaffiarla troppo spesso è inutile, quasi un volerle imporre un’ansia che non le appartiene. Meglio dimenticarla ogni tanto, lasciarla in quel suo equilibrio silenzioso. Crescerà a modo suo, lenta ma stabile.